venerdì 24 marzo 2017

‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’.

 

NUOVO TESTO APOCRIFO SU FATIMA. MA INTANTO QUELLI AUTENTICI SONO SCONVOLGENTI E SONO IGNORATI

di Antonio Socci

da “Libero”, 22 marzo 2017
 
E’ appena uscito, in Spagna, un libro dello scrittore cattolico José Maria Zavala che sta già facendo rumore anche da noi. E’ intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima, perché indaga sulla possibilità che il famoso “Terzo segreto di Fatima” non sia stato tutto rivelato nel 2000, quando il Vaticano lo pubblicò.
Per la verità l’autore propone addirittura lo scoop (presunto) del testo autografo di suor Lucia che sarebbe stato nascosto da anni.
Premetto subito, però, che a me, per molti motivi, non sembra un testo autentico della veggente di Fatima.Per questo, pur avendo ricevuto il Pdf del libro dall’autore, diversi giorni fa, non ne avevo scritto. Sennonché ieri il caso mediatico è scoppiato ed allora è necessario chiarire alcune cose.
Il testo pubblicato da Zavala – se fosse autentico – andrebbe insieme alla famosa visione del “vescovo vestito di bianco” pubblicata dal Vaticano nel 2000, quella che si conclude col martirio del vecchio “Santo Padre”, di ecclesiastici e fedeli, sotto una grande croce.
Ma già qui i conti non tornano perché il testo di quella visione fu scritto da suor Lucia il 3 gennaio del 1944 e il 9 gennaio fu informato il suo vescovo. Mentre il testo di Zavala porta la data 1 aprile 1944 (pesce d’aprile?) e commenta un’altra presunta visione che in realtà non è mai stata descritta in precedenza dalla veggente (oltretutto si tratterebbe di un commento della stessa suor Lucia, non della Madonna). Per cui presupporrebbe comunque un pezzo (il vero “quarto segreto”) mancante.
IL TESTO
In ogni caso lo scritto – la cui traduzione italiana è stata proposta ieri da Marco Tosatti (senza accreditarne l’autenticità) – è questo:
“Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo. Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male. Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio. Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960. Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima. Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima. La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima. Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta. Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.
In realtà questo testo era già uscito, nell’aprile 2010, su un sito internet: “Tradition in Action”. Il quale lo proponeva in modo alquanto critico.
PERIZIA ED ERRORI
Zavala, che è un autorevole saggista cattolico, ha però sottoposto il testo a un attento studio grafologico di un’esperta di riconosciuta competenza, che lavora per i tribunali spagnoli.
La grafologa ha concluso che questo testo è stato scritto dalla stessa mano che redasse, più di 70 anni fa, le altre parti del Segreto di Fatima, ovvero suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima.
Tuttavia c’è un problema: la perizia non è stata fatta sull’originale, perché Zavala ha ricevuto, da anonimi, la riproduzione di questo foglio via mail. Se ho ben capito non possiede il cartaceo.
Il dubbio fortissimo dunque è che – utilizzando i molti testi autografi di suor Lucia presenti in rete – con un buon programma sia stato possibile a qualcuno, rimasto anonimo, costruire un testo apocrifo utilizzando la calligrafia della stessa veggente.
Oltre a questo ci sono dettagli del testo che inducono al massimo scetticismo, come il termine “cattedrale” in riferimento alla Basilica di San Pietro (la cattedrale di Roma in realtà è San Giovanni in Laterano). Altre cose sono molto scombinate, dal riferimento alle “69 settimane” del profeta Daniele (con la distruzione di Roma) alla frase errata relativa al 1960.
Ma è tutto l’insieme che appare insensato. Ritengo perciò che sia l’ennesimo testo fasullo del Terzo Segreto. Questi apocrifi proliferano perché ormai è sempre più evidente che davvero manca qualcosa al testo della visione rivelata dal Vaticano nel 2000.
PAROLA DI BENEDETTO
Nel 2006 pubblicai “Il quarto segreto di Fatima”, un’ indagine che evidenziò moltissimi indizi i quali indicano l’esistenza di una parte non pubblicata del “Terzo Segreto”.
Lo stesso Marco Tosatti aveva pubblicato il libro “Il segreto non svelato” e in questi giorni è uscito “Fatima. Tutta la verità”, di Saverio Gaeta, che rimette in fila tutti gli indizi. E ormai sono tanti.
Il più autorevole è venuto dallo stesso Benedetto XVI che – pellegrino a Fatima il 13 maggio 2010, contraddicendo di fatto quanto aveva scritto il suo Segretario di Stato – affermò: Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”.
In aereo, conversando con i giornalisti, aveva spiegato che – insieme alle sofferenze del Papa, che “possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II” – nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché “sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. … e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano[…]. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”, anzi, aggiunse, “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”.
Quindi – concludeva papa Ratzinger – “dobbiamo reimparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali”. Perché – spiegava il pontefice – “la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata”.
Ma questo, aggiungeva il Santo Padre, ha pure un riverbero cupo sul mondo. Infatti egli ricordava che “l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo”.
VERA VISIONE DI LUCIA
Fra le cose che potrebbero essere contenute nel Segreto di Fatima c’è proprio una terrificante visione profetica sul mondo di suor Lucia, questa sicuramente autentica perché pubblicata dalle stesse sue consorelle di Coimbra in un volume del 2014 che attinge alle lettere della veggente e al suo diario inedito.
Io ne detti notizia su “Libero” il 17 agosto 2014. E’ un’agghiacciante visione legata proprio al Terzo Segreto.
Suor Lucia scrive:
“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità  il Cielo!’. Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità”.
Questo è un testo sicuramente autentico, è relativo al Terzo Segreto di Fatima e dovrebbe far riflettere molto seriamente.
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.tratto da: http://www.antoniosocci.com/testo-apocrifo-fatima-intanto-autentici-sconvolgenti-ignorati/#more-5601

 

martedì 21 marzo 2017

falsi d'autore o il velo si sta alzando?


Nuova rivelazione su Fatima,

l'apostasia nella Chiesa


di Marco Tosatti

 

 

Oggi esce in Spagna un libro di José Maria Zavala, intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima. E’ un’opera piuttosto ampia, di 330 pagine, in cui si ripercorre la storia delle apparizioni del 1917, e del Terzo Segreto. L’autore, convertito al cattolicesimo, devoto di padre Pio, è un giornalista molto noto in Spagna, e autore di una trentina di opere di storia e religione. Nel libro c’è anche una conversazione molto interessante con don Gabriele Amorth, scomparso di recente, che era anch’esso un grande devoto del religioso di Pietrelcina.

Ma il libro contiene una parte che - se confermata come autentica - non può non rivelarsi clamorosa.

Racconta José Maria Zavala di aver ricevuto sulla posta del suo sito web una mail, anonima. Non c’era né testo, né oggetto; solo un allegato. La mail era nella cartella spam. L’ha aperta, e dopo un po’ di esitazioni ha aperto l’allegato. Era una lettera manoscritta, in portoghese, intitolata JMJ. La lettera consta di 24 righe.

José Maria Zavala l’ha fatta tradurre, e poi ha chiesto una perizia calligrafica a una professionista del settore, Begona Slocker de Arce, perito calligrafo dei tribunali di Giustizia, riconosciuta dalla Società Spagnola di Grafologia, perita calligrafa diretta del professore Francisco Alvarez (ex capo della Jefatura di investigazione e criminalistica della Guardia Civile), professore “tutor” nei corsi di Madrid di perito calligrafo giudiziario. E con altri titoli ancora.

La perizia, molto dettagliata (occupa venti pagine di libro) si conclude così: “Il documento ‘dubitado’ (cioè quello da studiare. N.D.R.) a cui ci si riferisce qui come Terza Parte non rivelata del Segreto di Fatima, è stato realizzato dalla stessa mano del documento ‘indubitado’ (il testo di riferimento, certamente autentico N.D.R.) corrispondente alla Prima e alla Seconda Parte del Segreto di Fatima redatto di proprio pugno da Suor Lucia dos Santos nella sua Terza Memoria del 31 agosto del 1941”.

Ecco il testo, nella nostra traduzione. Abbiamo mantenuto la spaziatura originale. Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.

E continua così:

 

“Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo.

Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.

Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio.

Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.

Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.

Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.

?La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima.

Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.????????

Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.

 

Così terminava il messaggio. La parte relativa a Matteo è la seguente: 

42. “Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

‘La pietra che i costruttori hanno rifiutata

è diventata pietra angolare;

ciò è stato fatto dal Signore,

ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’?

43. Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.

44. Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà”.

 

Mentre invece la parte relativa a Daniele è questa:

“24. Settanta settimane sono fissate

per il tuo popolo e per la tua santa città

per mettere fine all'empietà,

mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,

portare una giustizia eterna,

suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei

santi”.

Abbiamo contattato José Maria Zavala via mail, chiedendogli alcuni chiarimenti sul modo in cui era giunto in possesso del documento, ma ha risposto che preferisce, vista la delicatezza dell’argomento, e la poca affidabilità dello strumento di posta elettronica, rispondere a voce, in un incontro che avverrà nelle prossime settimane.

Se il documento fosse autentico risolverebbe certamente molti degli interrogativi che sono stati posti in passato sulla completezza dello svelamento, e sulle contraddizioni che sono emerse durante gli anni, legate a testimonianze di chi aveva letto le memorie di Suor Lucia, e chi aveva visto il documento. Il testo del libro, per esempio coinciderebbe con il singolo foglio, visto in controluce nella busta destinata al Papa, dal vescovo di Leiria-Fatima mons. Venancio. E la possibilità che una parte del Terzo Segreto riguardasse problemi di fede e di apostasia nella Chiesa è stata ventilata più volte nei decenni passati. E naturalmente fare riferimento a una controversia ancora aperta, e che proprio in questi giorni è tornata di attualità, legata alle presunte dichiarazioni fatte dall’allora cardinale Ratzinger a un suo amico di antica data, Ingo Dollinger, sacerdote e professore di teologia.

Se si tratta di un falso, bisogna riconoscere che è un falso di altissima qualità. E naturalmente si aprirebbe la questione di chi l’ha forgiato, e perché; e perché l’ha inviato a un giornalista e scrittore così noto in Spagna per la sua testimonianza professionale ed esistenziale di fede cristiana.

Sarà naturalmente molto interessante sapere se, e quale eventualmente sarà, la risposta della Santa Sede agli interrogativi aperti da questo nuovo clamoroso sviluppo della saga di Fatima. Una conferma di quanto Benedetto XVI avrebbe rivelato qualche mese fa nel corso di un colloquio privato: “Fatima non è finita”.

domenica 19 marzo 2017

Sancte Joseph, monstra Te esse Patronum!

È l’ora di san Giuseppe, patrono della Chiesa e della famiglia

di Cristina Siccardi

 
 
Celebrare la festa di san Giuseppe del 19 marzo (i primi furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399; venne infine promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio XV) significa rendere onore liturgico al Patrono universale della Chiesa e all’avvocato di ogni famiglia. Oggi più che mai occorre pregare ed implorare la sua intercessione per l’una e per l’altra realtà. Alla Vergine Maria si tributa il culto di iperdulia (al di sopra di tutti i Santi), mentre a san Giuseppe il culto di proto dulia (primo fra tutti i Santi).
Santa Teresa d’Avila affidò sempre a lui la risoluzione dei suoi problemi e dei suoi affanni e mai San Giuseppe la deluse. Lasciò scritto la mistica spagnola: «Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso san Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede». Perciò, «qualunque grazia si domanda a S. Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada», infatti, «ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare» (Vita, VI, 5-8).
Come implorarlo per le necessità? La Chiesa invita a pregarlo, in particolare, praticando la devozione del Sacro Manto di San Giuseppe (risalente al 22 agosto 1882, data in cui l’Arcivescovo di Lanciano, Monsignor Francesco Maria Petrarca, la approvò: orazioni da recitarsi per 30 giorni consecutivi in ricordo dei 30 anni del casto sposo di Maria Santissima a fianco e a tutela di Gesù). Un Manto che molto potrebbe ottenere nell’anno del centenario di Nostra Signora di Fatima, perché, proprio a Fatima, anche san Giuseppe apparve. Era il 13 ottobre 1917, ultima delle apparizioni mariane alla Cova d’Iria.
Pioveva a dirotto. Racconterà suor Lucia: «Arrivati (…) presso il leccio, spinta da un istinto interiore, domandai alla gente che chiudesse gli ombrelli, per recitare la Corona. Poco dopo, vedemmo il riflesso di luce e subito dopo la Madonna sopra il leccio» (Quarta Memoria di Lucia dos Santos, in A.M. Martins S.j., Documentos. Fátima, L.E. Rua Nossa Senhora de Fátima, Porto 1976, p. 349). «Cosa vuole da me?». «Voglio dirti che facciano qui una cappella in Mio onore; che sono la Madonna del Rosario; che continuino sempre a dire la Corona tutti i giorni» (Ivi, pp. 349; 351).
A questo punto Lucia chiese se poteva guarire malati e convertire peccatori, la Madonna disse che non tutti avrebbero ricevuto la grazia: «Devono emendarsi; chiedano perdono dei loro peccati» e, con un aspetto più triste, non «offendano più Dio Nostro Signore, che è già tanto offeso» (Ivi, p. 351). In seguito la Madonna aprì le mani, che emanavano luce, e le fece riflettere e proiettare nel sole. Lucia allora gridò a tutti di guardare l’astro in cielo. Mentre la Madonna si elevava congedandosi, il riflesso della sua luce continuò a proiettarsi nel sole. E accanto al sole apparvero ai veggenti: san Giuseppe, il Bambino Gesù, la Madonna, vestita di bianco, con il manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino benedicevano il mondo: la Sacra Famiglia si presentò nel suo splendore celeste per assicurare la protezione in terra. Poi Maria Vergine divenne Addolorata, con aspetto simile alla Madonna del Carmine.
In seguito iniziò il miracolo danzante del sole. Padre premuroso e sollecito, san Giuseppe, a differenza di una certa letteratura modernista che lo tratteggia soltanto come uomo di tenerezza, fu assai forte e coraggioso (si pensi all’aver preso in sposa, contro il suo pubblico onore, la Vergine Maria in attesa di Gesù, oppure alla fuga in Egitto) e fu uomo mistico, visto che in più occasioni gli fu dato il privilegio di conoscere la volontà di Dio attraverso gli angeli. San Giuseppe, che ebbe così alta dignità e così alta responsabilità di capo della Sacra Famiglia, proteggendo la sua sposa e il Figlio di Dio, se invocato dai credenti e, principalmente, dai puri di cuore e, dunque, in grazia di Dio, non abbandonerà la Sposa di Cristo ai peccati e agli errori dei nostri tempi, sia clericali che civili. Ricorrere a lui significa affidarsi al giusto difensore celeste.
Il beato Pio IX, l’8 dicembre del 1870, quando proclamò san Giuseppe patrono della Chiesa universale, disse: «In modo simile a come Dio mise a capo di tutta la terra d’Egitto quel Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, affinché immagazzinasse frumento per il popolo, così, all’arrivo della pienezza dei tempi, quando stava per mandare sulla terra suo Figlio unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, del quale il primo era stato tipo e figura, che rese padrone e capo della sua casa e del suo possesso e lo scelse come custode dei suoi principali tesori».
Allo stesso modo Leone XIII, nell’enciclica Quamquampluries del 15 agosto 1889, afferma: «è affermata l’opinione, in non pochi Padri della Chiesa, concordando su questo la sacra liturgia, che quell’antico Giuseppe, nato dal patriarca Giacobbe, aveva abbozzato la persona e i destini di questo nostro Giuseppe e aveva mostrato col suo splendore, la grandezza del futuro custode della sacra famiglia». La stessa interpretazione venne espressa da Pio XII quando istituì la festa di san Giuseppe artigiano nel 1955. Possa il paterno discendente del Re Davide infondere nei responsabili terreni della Chiesa e nei genitori un poco del suo virile coraggio proveniente dalla sua indefettibile Fede.

tratto da: http://www.corrispondenzaromana.it/e-lora-di-san-giuseppe-patrono-della-chiesa-e-della-famiglia/?refresh_cens