venerdì 30 ottobre 2015

"Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?": ama la Chiesa! - Editoriale di "Radicati nella fede", Novembre 2015



"CHE COSA MAI POSSIEDI CHE TU NON ABBIA RICEVUTO?": AMA LA CHIESA!

Pubblichiamo l'editoriale del numero di Novembre 2015



"CHE COSA MAI POSSIEDI CHE TU NON ABBIA RICEVUTO?": 
AMA LA CHIESA!
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 11 - Novembre 2015
 
  Quanto più la crisi della Chiesa si fa terribile, vasta e profonda, tanto più occorre amare la Chiesa stessa.
  Quanto più aumentano gli scandali nella casa di Dio, tanto più bisogna amare la Chiesa.

  E questo amore deve essere molto concreto e operativo.

  Il dovere della reazione non va mai disgiunto da un amore profondo per la Sposa di Cristo, la Santa Madre Chiesa; e su questo nessuno può scherzare.

  D'altronde tu reagisci, domandi il ritorno della Chiesa alla sua Tradizione, riferendoti e utilizzando ciò che tu hai ricevuto dalla Chiesa stessa, la Tradizione appunto. Essere Cattolici tradizionali vuol dire fare proprio questo.

giovedì 29 ottobre 2015

"stiamo vivendo la Passione della Chiesa" (d. P. Petrucci)

La Passione della Chiesa        
 
La Relazione finale del sinodo sulla famiglia è stata approvata dai padri sinodali che l’hanno votata nei suoi i 94 punti approvandoli tutti ai 2/3 dei voti. Questo testo sotto certi aspetti costituisce uno scandalo senza precedenti. In esso infatti si chiamano “membra vive della Chiesa”[1] coloro che vivono pubblicamente nell’adulterio affermando che occorre valutare nella pratica la possibilità per essi di accostarsi alla S. Eucaristia “caso per caso”.
Si mina così la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio come se questa potesse variare in ragione delle circostanze. Lo stesso 6° comandamento: “Non commetter adulterio” sarebbe così valido in generale, ma poi occorrerebbe considerare ogni caso particolare, ammettendo in questo modo eccezioni. Siamo in presenza di una tecnica rivoluzionaria, già utilizzata al Concilio Vaticano II, per sconvolgere la dottrina, introducendo una morale a geometria variabile, non più riferita a principi immutabili ma che si adatta alle circostanze. Tutto ciò in perfetta continuità con i due Motu proprio di Papa Francesco sull’abbreviazione della procedura per l’annullamento dei matrimoni che hanno aperto la via a quello che è già stato chiamato il “divorzio cattolico”.
È questa la nuova, falsa misericordia, non per il peccatore, ma per il peccato. La vera misericordia infatti non consiste nel modificare la morale per giustificare una condotta disordinata ma nel mostrare la gravità del male e spingere il peccatore alla conversione.
Come già affermò il nostro fondatore, Mons. Marcel Lefebvre, stiamo vivendo la Passione della Chiesa che si manifesta sempre più con il tradimento della gerarchia: è il bacio di Giuda; è Caifa (sic) che fa liberare Barabba e condanna Gesù a morte.
Tacere di fronte a questo scandalo significa acconsentire. La Fraternità San Pio X non può tacere e nel seguente comunicato il nostro Superiore generale ribadisce la dottrina cattolica di fronte a questi errori diffusi dalle stesse autorità ecclesiastiche.
don Pierpaolo Maria Petrucci
 
[1] N. 84

mercoledì 28 ottobre 2015

l'intemperanza dello spirito


In una di quelle orazioni funebri in cui gli accadde cosi spesso di esser la coscienza vivente del suo tempo, Bossuet pronunciò un giorno (nel 1685) una requisitoria ardente contro ciò ch'egli chiamava «l'intemperanza dello spirito». Quella dei sensi, egli diceva, non è l'unica, e forse neppure la più pericolosa e lusingatrice: anche l'intelligenza ha le sue vertigini e le sue tentazioni. « Un orgoglio che non può sopportare nessuna autorità legittima, uno stordimento volontario, una temerità che arrischia tutto»: tali erano, secondo lui, le cause profonde della rivolta luciferica alla quale porta questa intemperanza. E il suo scopo, era lo scopo dell'uomo ribelle: «divenire l'unico oggetto delle proprie compiacenze, far di se stesso il proprio dio ». L'analisi era lucida: il vecchio vescovo conosceva le anime, e la propria epoca. E dinanzi alle prospettive che intravvedeva, non poteva trattenersi dal lasciar trasparire una dolorosa angoscia. Che sarebbe mai diventata la fede cristiana? Sarebbe stata capace di resistere agli assalti dell'orgoglio scatenato? Le porte dell'Inferno non sarebbero prevalse con­tro la Parola? All'amico Huet, vescovo di Avranches, egli scriveva anche: «Vedo prepararsi contro la Chiesa un grande combattimento».
 
tratto da: D. Rops, Storia della Chiesa del Cristo, Vol. V/II, Roma 1961, p. 7

per fortuna abbiamo un novello Atanasio (che non le manda a dire)


Ringraziamo Chiesa e post-Concilio per la traduzione di questa importantissima intervista.

Il vescovo Schneider
mette in guardia
contro lo ‘spirito di Satana’ nel Sinodo sulla Famiglia

FRONT ROYAL, Virginia, 21 ottobre 2015 (LifeSiteNews) – Durante un viaggio in Virginia la scorsa settimana, il Vescovo del Kazakistan Athanasius Schneider ha parlato con LifeSiteNews del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, che sta per concludersi a Roma questa settimana.

Il vescovo, che si è guadagnato una fama internazionale per la sua difesa della dottrina e della tradizione cattoliche, avverte che il Sinodo sembra prendere ispirazione dall’“agenda anti-famiglia” e si spinge ad affermare che quanti auspicano dei cambiamenti seguono lo “spirito” e il “linguaggio” di Satana.


martedì 27 ottobre 2015

caso per caso=casuistica (tanto deplorata)


Il Sinodo fallito: tutti sconfitti, a cominciare dalla morale cattolica

di Roberto de Mattei


All’indomani del XIV Sinodo sulla famiglia, tutti sembrano aver vinto. Ha vinto Papa Francesco, perché è riuscito a trovare un testo di compromesso tra le opposte posizioni; hanno vinto i progressisti perché il testo approvato ammette alla Eucarestia i divorziati risposati; hanno vinto i conservatori, perché il documento non contiene un riferimento esplicito alla comunione ai divorziati e rifiuta il “matrimonio omosessuale” e la teoria del gender.

Per capire meglio come sono andate in realtà le cose, bisogna partire dalla sera del 22 ottobre, quando è stata consegnata ai Padri sinodali la relazione finale elaborata da una commissione ad hoc sulla base degli emendamenti (modi) alla Instrumentum laboris, proposti dai gruppi di lavoro divisi per lingua (circuli minores).