giovedì 26 giugno 2014

bellum omnium contra omnes ... altro che pax liturgica

 
Una guerra intestina...
 
Rimango sempre più allibito quando leggo certe notizie nei giornali o su internet riguardo a quanto succede, oggi, nel mondo cattolico, specialmente italiano.
Non mi riferisco tanto alle miserie di ordine morale che - essendo legate alla debolezza degli uomini - sono riscontrabili ovunque.
Mi riferisco a una vera e propria guerra intestina in atto, della quale molti non sono a conoscenza  ma che, a mio avviso, è inconcepibilmente feroce e crudele.
Questa guerra intestina sta letteralmente svuotando di senso la realtà ecclesiale cattolica e vede contrapposti tra loro due partiti: 
 
1) uno più o meno conservativo, legato a concetti tradizionali. All'interno di quest'area ci sono gruppi abbastanza divisi, diversificati e poco concordi tra loro. Alcuni vorrebbero riportare il Cattolicesimo agli anni '50;
2) un altro partito molto più variegato rispetto al  conservatore ma unito e compatto contro quest'ultimo, refrattario ad ogni elemento tradizionale, composto pure di frange estreme caratterizzate da un vero e proprio liberalismo religioso. Se il primo partito osanna la clericalizzazione della Chiesa sul modello tridentino, il secondo può giungere fino alla sua completa secolarizzazione e quindi annichilimento.

A seconda di come cambia la direzione dei "venti" nella curia vaticana, o si ringalluzzisce il primo (facendo epurazioni sul secondo) o si ringalluzzisce il secondo (facendo altrettante epurazioni sul primo). 
Se ieri con papa Ratzinger vedevamo alcuni "conservatori" salire pian piano verso i posti di comando, oggi sta succedendo il contrario, dal momento che il papa argentino non ha una formazione che lo porti a valorizzare gli aspetti tradizionali del Cristianesimo e, dietro ad una facciata bonaria, non è molto tenero verso il partito a lui opposto [1].

 
Rimango sconcertato! In tutto ciò non rinvengo assolutamente alcuno spirito ecclesiastico ma molto spirito partitico, rinfocolato, per di più, dai più alti vertici ecclesiali [2].
 
Qualcosa del genere è stato pure osservato da un amico, qualche settimana fa', anche se lo vide da un fatto diverso.
Entrando casualmente in una chiesa aperta, verso le 22, e rinvenendovi un gruppo di un movimento ecclesiale cattolico, mi riferì: "Mi sembrava la riunione di un partito!".

Quest'osservazione indica che egli non sentì alcuna sensazione veramente evangelica o "soprannaturale" (detto tradizionalmente)!

La prima reazione a pelle di quest'amico, tutt'altro che assiduo frequentatore di chiese (a volte questo aiuta ad essere più oggettivi, perché privi di precomprensioni), è stata veritiera e io stesso la noto nei modi di fare di ampi strati ecclesiali. Soprattutto oggi.

 
Non sto a ripetere la denuncia (così largamente presente in certi siti cattolici) sull'attuale "persecuzione" di un recente ordine religioso [i Francescani dell'Immacolata] che, fino a ieri, aveva un orientamento piuttosto tradizionale, cosa insopportabile per l'intellighenzia progressista cattolica tornata potentemente al potere (ma non lo era sempre stata, anche nei momenti in cui obtorto collo doveva inghiottire alcune "pillole tradizionali" propinategli dal Ratzinger?).
Questa "persecuzione" ha la firma dello stesso attuale papa.

La cosa è chiara: anche qui abbiamo la vendetta di un partito contro un altro partito!

E, d'altronde, ricordo bene la confessione di un professore di liturgia il quale, lungo una sua lezione, disse ai presenti che gli sarebbe piaciuto istituire una "polizia liturgica" per denunciare e rendere impotenti coloro che avevano gusti liturgici non conformi ai suoi (di tipo assai progressista). L'uomo - oggi vicario generale - parlava seriamente e indicava che, più o meno latente, esiste sempre il desiderio di un'inquisizione in campo cattolico, anche se oggi si rivolge verso un altro tipo di "eretici": coloro che hanno conservato qualcosa di tradizionale!

 
Dove siamo, signori miei? Siamo nella Chiesa in cui si ha venerazione per i propri padri nella fede, per quanto di buono da essi ci è arrivato, o siamo in una fase della rivoluzione francese, tra gente da ghigliottinare, epurazioni e processi-farsa in corso?
È una domanda seria!

Con una Chiesa così chiaramente allo sbando - perché preda, nei suoi membri dirigenti, di violente passioni secolari e di partiti fieramente avversi tra loro - possiamo veramente dare credito all'idea che il Cattolicesimo sarebbe in grado di "riunire" sotto il suo tetto varie confessioni cristiane?

Ammesso che abbia carta bianca per farlo da parte di tutti, dov'è la sua autorità morale? 
Tutto ciò è molto patetico...
 
Quello che è certo è che gli ambienti partitici non veicolano affatto uno spirito ecclesiale. 
D'altronde, non sono affatto eccessivo quando penso che la Chiesa, con il suo stile evangelico, sta senz'altro da tutta un'altra parte, rispetto a chi si muove con stili di partito, evocando epurazioni, isolamenti, castighi e mostrando ai più, qual terribile inganno!, una facciata paciosa e bonaria...

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[1] Mi riferisco alle continue e - per un certo verso ossessive -  osservazioni bergogliesche contro i cristiani con la "verità in tasca", i quali confiderebbero talmente in loro stessi da essere chiusi alla novità dello Spirito e simili a dei "pelagiani". Queste osservazioni generiche lanciate a vuoto verso chi, pur con i suoi limiti, cerca di avere dei riferimenti tradizionali mi sembrano ingenerose e sono senz'altro indice che le sue simpatie sono sul fronte opposto, ammesso che creda anche a questo e non si adagi su un opportunistico agnosticismo de facto, cosa che in non pochi hanno sospettato leggendo le famose risposte di Bergoglio a Scalfari.

[2] Nel mondo cattolico, dinnanzi ad una situazione così lacerata tra progressisti e tradizionalisti, non c'è nulla di peggio che gettare benzina sul fuoco. Papa Ratzinger, pur con i suoi limiti e con soluzioni non perfette, aveva cercato di creare una mediazione con il famoso Motu proprio in favore della liturgia "tridentina" e dichiarando che la liturgia - se veicola lo spirito autentico - non può mai essere contro le sue forme tradizionali. Ratzinger, facendo ciò, non voleva creare tensioni e cercò di porgere la cosa in modo molto morbido, lasciando una certa libertà agli altri, per non creare strappi.
Una lezione, questa, rifiutata sdegnosamente e silenziosamente dalla maggioranza dell'episcopato cattolico, oramai chiaramente sempre più rivolto a mode secolarizzanti e desacralizzanti. Infatti, appena cambiato papa, alcuni vescovi sono subito corsi in Vaticano per pregare Bergoglio di abolire il famoso Motu proprio. Se, forse per opportunità, non è stato fatto ancora niente, non dubito che, con il volgere di alcuni anni e con la morte di Ratzinger, la cosa non si compia. 
Una Chiesa che, in molti suoi membri, odia le sue tradizioni antiche, come può dire di amare quel Cristianesimo (pensiamo all'Ortodossia) nel quale non si può prescindere dalle tradizioni stesse? Tutto ciò non è, forse, patetico, contraddittorio e ingannatorio? E, nel fronte ortodosso, come possono alcuni credere nella buona fede dei loro interlocutori?